BUFFET, FESTE & FAME EMOTIVA: Come Gestirla

Le occasioni sociali come buffet, aperitivi, cerimonie, feste e barbecue, specialmente durante le vacanze e la bella stagione, rappresentano momenti di gioia e condivisione. Tuttavia, per molte persone, queste occasioni possono diventare delle vere e proprie trappole alimentari, dove è facile perdere il controllo sul cibo. Sebbene per chi soffre di fame emotiva e abbuffate la perdita di controllo più conclamata è quella che avviene di nascosto, lontani dagli sguardi altrui, il ricco assortimento di pietanze, la convivialità e l’atmosfera festosa possono spingere a mangiare in eccesso, portando a sensazioni di pesantezza, disagio e colpa.

Per coloro che tendono a perdere il controllo sul cibo, questi eventi rappresentano una sfida significativa. La vista di un tavolo imbandito può stimolare un desiderio irrefrenabile di assaggiare tutto, anche quando il corpo non ne ha realmente bisogno. È facile cadere in una serie di comportamenti impulsivi e automatici, guidati da credenze profonde e spesso disfunzionali.

Nel contesto di queste occasioni sociali, è fondamentale acquisire consapevolezza delle proprie credenze e dei meccanismi mentali che possono portare a mangiare in eccesso. In questo articolo, esploreremo le principali credenze che influenzano il nostro comportamento alimentare durante i buffet e altre occasioni simili, e come sfidarle per sviluppare un rapporto più sano e consapevole con il cibo.

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Introduzione alla Psicologia Razionale Emotivo Comportamentale e l'ABC Cognitivo

La Terapia Razionale Emotivo Comportamentale (TREC) è un approccio terapeutico sviluppato da Albert Ellis, che si concentra sul cambiamento delle credenze disfunzionali per migliorare il benessere emotivo e comportamentale. Secondo la TREC, non sono gli eventi in sé a causare le nostre emozioni e azioni, ma le credenze che abbiamo riguardo a questi eventi.

Il modello dell’ABC cognitivo è uno strumento chiave nella TREC. Esso descrive come in risposta a un evento attivante (A, Activating Event), sono le nostre credenze (B, Beliefs) a influenzare le nostre emozioni e i comportamenti (C, Conseguenze). Ad esempio, durante un buffet (evento attivante), la credenza “Devo mangiare tutto prima che finisca” può portare a sentimenti di ansia e alla conseguente azione di mangiare in eccesso.

Per cambiare questo ciclo disfunzionale, è necessario intervenire sulle credenze. Modificando le nostre convinzioni riguardo al cibo e alle occasioni sociali, possiamo trasformare le nostre emozioni e, di conseguenza, i nostri comportamenti. In questo articolo, mi concentrerò su sette credenze comuni che portano a perdere il controllo durante i buffet e offrirò strategie di dibattito e domande per sfidarle e sostituirle con credenze più razionali e funzionali.

Dibattiamo 7 Credenze Disfunzionali

  1. “Devo mangiare subito, prima che il cibo finisca.”

Questa credenza è radicata nella paura della scarsità, ma è irrazionale perché, nella maggior parte dei buffet, il cibo viene continuamente rifornito. La fretta di mangiare tutto subito può portare a una sensazione di ansia e a una perdita di controllo.

Riflessione: In realtà, il cibo non finirà in pochi minuti e spesso viene aggiunto altro nel corso della serata. Mangiare in fretta non permette di godersi veramente il sapore e il piacere del cibo.

 

Domanda: È possibile che stia esagerando la probabilità che il cibo finisca e che, prendendomi il tempo necessario, possa comunque assaporare tutto senza fretta?

  1. “Devo mangiare tutte le pietanze che mi piacciono: chissà quando ne avrò un’altra occasione!”

Questa credenza si basa sull’idea che ogni occasione per mangiare cibi prelibati sia unica e irripetibile. Tuttavia, con la vasta disponibilità di cibi oggi, è improbabile che questa sia davvero l’ultima occasione per gustare quei piatti.

Riflessione: Pensare che questa sia l’unica opportunità per mangiare determinati cibi è una distorsione della realtà. C’è sempre un’altra occasione per gustare ciò che ci piace.

Domanda: È veramente realistico pensare che non avrò mai più l’opportunità di mangiare queste pietanze? Posso permettermi di godere di alcuni piatti ora e assaggiarne altri in un’altra occasione?

  1. “Devo mangiare in grandi quantità perché il cibo è disponibile.”

La disponibilità del cibo non deve essere un invito a consumarlo in eccesso. Questa credenza porta a un comportamento che ignora i segnali di sazietà del proprio corpo, risultando in eccessi che possono causare disagio fisico e psicologico.

Riflessione: La disponibilità del cibo non cambia il fatto che il mio corpo ha dei limiti naturali. Mangiare troppo solo perché il cibo è lì davanti a me non mi farà sentire meglio, anzi, spesso porta a sentirsi male fisicamente e colpevoli dopo.

Domanda: Posso imparare a riconoscere i segnali di sazietà del mio corpo e rispettarli, anche quando c’è abbondanza di cibo?

  1. “L’ho pagato e dunque ho il diritto/dovere di mangiarlo!”

Questa credenza si basa su una logica di giustizia economica che non tiene conto del benessere fisico ed emotivo. Sentirsi obbligati a mangiare tutto perché si è pagato per il cibo può portare a un consumo eccessivo e a una sensazione di disagio.

Riflessione: Il valore del cibo non risiede solo nel suo consumo. Mangiare oltre il punto di sazietà solo per non sprecare denaro non tiene conto del mio benessere generale.

Domanda: È possibile vedere il valore del cibo anche nel piacere e nella nutrizione che offre, senza sentirmi obbligato/a a consumarlo tutto?

  1. “Mangiare mi aiuta a sentirmi meglio e a placare le mie emozioni.”

Questa credenza si basa sull’idea che il cibo possa essere una soluzione ai problemi emotivi. Tuttavia, mangiare per placare le emozioni può portare a un ciclo di abbuffate e sensi di colpa, senza risolvere i problemi sottostanti.

Riflessione: Il cibo offre solo una soluzione temporanea e spesso crea più problemi a lungo termine, come aumento di peso e disagio emotivo. Affrontare le emozioni in modo diretto e costruttivo è una strategia più efficace e salutare.

Domanda: Posso trovare altri modi per gestire le mie emozioni, come parlare con un amico, fare esercizio fisico o praticare tecniche di rilassamento, invece di ricorrere al cibo?

  1. “Tutti stanno mangiando, quindi devo farlo anch’io per non sentirmi diverso.”

Questa credenza si basa sulla pressione sociale e sul desiderio di conformarsi. Tuttavia, mangiare solo per adattarsi agli altri può portare a un consumo non consapevole e a un comportamento alimentare non in linea con i propri bisogni e desideri.

Riflessione: La scelta di mangiare dovrebbe basarsi sui propri bisogni e segnali di fame, non sulla pressione sociale. Mangiare per conformarsi può portare a un rapporto disfunzionale con il cibo e a sensazioni di insoddisfazione.

Domanda: Posso rispettare i miei bisogni e desideri alimentari senza sentirmi obbligato a conformarmi agli altri? Come posso trovare il coraggio di fare scelte che rispettino il mio benessere?

  1. “Se non mangio tutto ciò che voglio ora, mi sentirò privato e insoddisfatto.”

Questa credenza si basa sulla paura della privazione e su un atteggiamento di “tutto o niente”. Tuttavia, questo modo di pensare può portare a eccessi alimentari e a una sensazione di colpa e disagio.

Riflessione: La soddisfazione alimentare non dipende dal mangiare tutto in una volta. È possibile trovare un equilibrio e godersi il cibo in modo consapevole, senza sentirsi privati.

Domanda: Posso trovare un modo per gustare il cibo in porzioni moderate e sentirmi comunque soddisfatto? Come posso coltivare un atteggiamento di equilibrio e moderazione nel mio rapporto con il cibo? 

CONCLUSIONE

Mettere in discussione e sfidare le credenze disfunzionali che influenzano il nostro comportamento alimentare ai buffet e in altre occasioni sociali è essenziale per sviluppare un rapporto più sano con il cibo. Riconoscere che queste credenze sono spesso irrazionali e basate su paure o pressioni sociali ci permette di sostituirle con pensieri più razionali e funzionali. Questo cambiamento di prospettiva può portare a emozioni più equilibrate e a comportamenti alimentari più consapevoli e soddisfacenti.

Ricorda che il cibo dovrebbe essere una fonte di piacere e nutrimento, non una soluzione ai problemi emotivi o un modo per conformarsi agli altri.


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Dott.ssa Martina Amigoni

Psicologa Clinica, Consulente Sessuale

Esperta di Comportamento Alimentare e Psicologia Femminile

Istruttrice Mindful Eating e Yoga

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
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