TI SENTI IN COLPA quando MANGI?

L’esperienza del cibo va oltre la semplice nutrizione; è intrinsecamente intrecciata alle emozioni e alla psicologia.

Spesso, chi lotta con disturbi alimentari si trova immerso in un mondo complesso di sensazioni contraddittorie, tra cui il persistente senso di colpa quando si siede a tavola o dopo un episodio di fame emotiva o di abbuffata.

Questo articolo esplorerà le sfumature dei disturbi alimentari, concentrandosi sulla relazione tra il senso di colpa e il cibo, con una prospettiva che fa da ponte tra Psicologia e Yoga. Attraverso un’analisi approfondita, cercheremo di comprendere meglio come queste emozioni influenzino le scelte alimentari e come sia possibile affrontarle in modo sano.

Secondo Chakra Yoga, Svadhisthana chakra yoga, Psicologia e yoga, Martina Amigoni,

IL SENSO DI COLPA IN PSICOLOGIA RAZIONALE EMOTIVA COMPORTAMENTALE

Il senso di colpa è un’emozione complessa che può influenzare profondamente il benessere psicologico di un individuo. 

Si manifesta spesso quando una persona si sente responsabile di un’azione ritenuta moralmente errata o eticamente inaccettabile. Il senso di colpa può essere un segnale importante poiché può aiutare a identificare quando si è agito in modo incoerente con i propri valori e principi.

La Psicologia Razionale Emotivo Comportamentale (TREC) fornisce una prospettiva unica sulla natura del senso di colpa. Secondo questa teoria, il senso di colpa deriva dalla nostra valutazione razionale delle nostre azioni in relazione a standard etici o morali. In altre parole, non è l’azione in sé a causare il senso di colpa, ma il giudizio che facciamo su di essa.

La TREC sostiene che il senso di colpa sia spesso il risultato di credenze irrazionali riguardo a cosa dovremmo fare e a come dovremmo comportarci. Queste credenze “irrazionali” possono portare a un ciclo di auto-condanna e auto-punizione.

Le credenze alla base del senso di colpa spesso riflettono aspetti auto-condannatori del pensiero che possono includere:

  • il perfezionismo, l’idea che dovremmo essere sempre in grado di evitare errori;
  • la convinzione che dovremmo essere accettati da tutti in ogni situazione;
  • la paura che il nostro comportamento o le nostre azioni avranno effetti che l’inconscio giudica come insopportabili o catastrofici. 

In altre parole, il senso di colpa è alimentato da aspettative irrealistiche e auto-imposte che ci portano a giudicare le nostre azioni in modo eccessivamente critico. La TREC ci insegna a identificare queste credenze irrazionali e a sostituirle con credenze più razionali e compassionevoli, permettendoci di affrontare il senso di colpa in modo più equilibrato e costruttivo.

 

Ma che cosa distingue il senso di colpa dalla vergogna?

Senso di Colpa e Vergogna

È fondamentale distinguere il senso di colpa dalla vergogna.

La vergogna si focalizza sull’essere intrinseco della persona, portando spesso a un profondo disagio nell’ambito sociale.

Al contrario, il senso di colpa è auto-riferito e punta l’attenzione sull’atto o sull’azione commessa, e può servire come incentivo a migliorarsi.

In altre parole, mentre la vergogna può paralizzare e isolare, il senso di colpa può stimolare una riflessione sana e una correzione del comportamento. Questo è vero quando le aspettative o gli standard etici che soggiacciono al senso di colpa sono orientati al benessere e al miglioramento di sè e non disfunzionali alla propria salute, come spesso accade nell’ambito dei disturbi alimentari.

 

CONSEGUENZE DELL'ANSIA

Quando l’ansia viene da uno stress esagerato e protratto nel tempo, può portare a un “esaurimento nervoso”, nel senso di esaurimento vero e proprio di energie psicofisiche, che può aprire le porte a uno stato depressivo “riparatorio”.

In casi altrettanto gravi, ma meno estremi, le conseguenze più immediate sul corpo fanno riferimento a uno stato di infiammazione che si manifesta tipicamente con problemi del sonno, problemi respiratori, cardiaci, dermatiti o manifestazioni cutanee a livello della pelle, invecchiamento rapido o precoce, etc.

Le conseguenze a livello comportamentale possono essere diverse: in primis molte dipendenze ritenute efficaci per diminuire il livello di tensione e produrre una sensazione di rilassamento, per esempio attraverso il consumo di alcol, farmaci, psicofarmaci, tabacco, droghe leggere o pesanti.

Ma c’è un altro metodo attraverso cui molti anestetizzano l’ansia e questo è il cibo. Attraverso la fame emotiva e le abbuffate, in maniere cosciente o inconscia, molti cercano una piacere, calma, tranquillità talI da avere la sensazione di bloccare il tempo e dunque scappare dall’ansia. Nel disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating, ciò avviene in una maniera automatica, praticamente senza consapevolezza, ma è importante sapere che è possibile lavorare su questo disturbo e risolverlo, come ho già fatto con molti dei miei pazienti ed ex pazienti.

DISTURBI ALIMENTARI e SENSO DI COLPA

Voglio raccontarvi ora la storia di Clara (utilizzo un nome di fantasia): una paziente che provava costantemente un senso di vergogna e di colpa che emergevano nel disturbo della Bulimia Nervosa.

Clara ha 26 anni, si presenta sempre con un aspetto molto curato – praticamente ineccepibile, ma faceva fatica a esternalizzare le sue emozioni. Tra riservatezza e reticenza, mi spiegò che quasi ogni giorno, quando tornava dal lavoro, si trovava a casa da sola e, nonostante volesse fare un semplice spuntino, quella che era la sua merenda “tipo” composta da yoghurt e frutta, diventava un’abbuffata seguita dall’eliminazione di quanto ingerito attraverso il vomito.

Il lavoro con Clara ha fatto emergere una tendenza al perfezionismo, che la portava a richiedere da se stessa degli standard altissimi, difficili da rispettare costantemente. L’ingresso nel mondo lavorativo l’aveva messa di fronte a diverse difficoltà, tra cui:

– Il fatto di sentirsi “meno brava” o inadeguata rispetto ai suoi colleghi più esperti;

– Il fatto di avere più tempo libero rispetto a quando era una studentessa modello (infatti, studiando il suo lavoro non aveva mai fine, mentre i turni di lavoro erano scanditi da orari definiti);

– Il fatto di tornare a casa di pomeriggio e trovarsi sola. Questo la metteva in crisi perché le sembrava di perdere tempo, di sentirsi inutile. Ciò denotava una scarsa considerazione di sé e del tempo trascorso con se stessa!

Clara cercava dunque nel cibo una consolazione, e lo faceva sempre e solo di nascosto, per la vergogna che qualcuno potesse vederla nell’atto di abbuffarsi – questo è un dato comune a praticamente tutti i binge eaters!

Queste emozioni sono valide nella Bulimia Nervosa, nell’Anoressia e nel Binge Eating.

Per la cura, oltre alla prospettiva psicologica sopra illustrata, voglio fornire dei cenni riguardanti la prospettiva yogica.

UNA PROSEPTTIVA YOGICA

Il senso di colpa è l’emozione connessa al secondo Chakra.

Il secondo chakra,  noto come Svadhisthana, è situato nella zona pelvica ed è associato al piacere, alla sessualità e alla creatività. Questo chakra è la sede delle emozioni, e il suo equilibrio è cruciale per una relazione sana con il piacere e il benessere.

Tuttavia, se sbilanciato, può portare a chiusura, irrigidimento, eccessivo doversimo, sacrificio e al provare forte senso di colpa anche in situazioni in cui esso non sia “giustificabile”.

Il senso di colpa e il piacere rappresentano due estremi emotivi opposti. Quando una persona sperimenta il senso di colpa, può percepire la gratificazione e il piacere come incoerenti con la sua azione precedente o la sua condizione attuale. Questo può portare a una negazione del piacere e della felicità come conseguenza di una sorta di punizione auto-inflitta.

Il riferimento alla ricerca del piacere attraverso il cibo, la fame emotiva e le abbuffate, con la conseguenza del senso di colpa per il proprio comportamento e i danni inflitti al proprio corpo e alla propria immagine corporea risulta evidente, specialmente nell’ambito dei disturbi alimentari caratterizzati da abbuffate, quali Bulimia Nervosa e Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating.

Nel contesto dello yoga e della psicologia, l’attenzione al secondo chakra può contribuire a ristabilire l’armonia tra mente e corpo. La pratica dello yoga*, con il suo focus sulla consapevolezza, sul rilassamento e sul rafforzamento del corpo, può favorire il riequilibrio del secondo chakra. Questo può aiutare a liberare blocchi emotivi, consentendo una maggiore apertura al piacere e al benessere.

* Intanto, ecco un link a una breve pratica di Yoga sul secondo Chakra: per seguirla, cliccaQUI!

SENSO DI COLPA e YOGA, PROSPETTIVA ENERGETICA

Lo yoga è un potente mezzo per integrare mente e corpo. Attraverso le asana (pose yoga), il pranayama (controllo della respirazione) e la meditazione, lo yoga promuove la consapevolezza del corpo e delle emozioni.

Associatiti alla Psicologia, questi strumenti aiutano a calmare il sistema nervoso, riducendo lo stress e creando uno spazio per l’auto-riflessione. Questo è particolarmente rilevante quando si tratta di affrontare emozioni come il senso di colpa.

Secondo Chakra Yoga, Svadhisthana chakra yoga, Psicologia e yoga, Martina Amigoni,

Per stati emozionali o comportamenti disfunzionali intensi o protratti nel tempo, consiglio in ogni caso di consultare un professionista che ti offra un aiuto psicologico come quello che io offro ai miei pazienti.

A breve troverai un percorso completo di esercizi introspettivi e fisici lungo il quale ti potrò accompagnare in qualità di psicologa!

Se vuoi sapere di più, puoi scrivermi qui sotto o scaricare le risorse gratuite da questa pagina.

 

✨ Ti anticipo infice breve sarà disponibile il corso che unisce yoga, neurologia e psicologia. Per essere tra i primi a scoprire di più, clicca qui

Ricorda che sei una persona unica e che meriti di risplendere!

Dott.ssa Martina Amigoni

Psicologa Clinica, Consulente Sessuale

Esperta di Comportamento Alimentare e Psicologia Femminile

Istruttrice Mindful Eating e Yoga

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
 Ricevo in studio, ma anche e soprattutto online. Per informazioni, compila il form qui sotto!
 

Ti serve aiuto? Compila il modulo...​

Anni
Prendi visione della Privacy Policy completa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *