COS'è L'ANSIA E COME SUPERARLA

L’ ansia è un’emozione connessa a una reazione anticipatoria caratterizzata da preoccupazione e agitazione a livello cognitivo accompagnate da manifestazioni fisiologiche e tensione psicofisica.

Si tratta di uno stato di perturbazione sia a livello mentale sia corporeo, che sorge tendenzialmente a partire da uno stimolo interno (pensiero) focalizzato su un evento negativo futuro, o su una situazione di incertezza che non è realmente presente o che potrebbe accadere.

L’ansia dunque rappresenta una disconnessione tra il corpo, che è concreto, è qui ed è presento ora, e la mente, che crea un “film” e parte, se lo vive come se fosse vero, anche se vero non è.

In psicologia, esistono diversi tipi di ansia riconosciuti dal DSM-5, tra cui i principali sono: Disturbo d’ansia Generalizzato, ansia sociale, agorafobia, ansia da malattia (in passato, ipocondria), ansia e fobie specifiche. In tutti questi casi, l’ansia può essere la fonte di un forte disagio che crea un senso di angustia e tensione nel corpo, ma anche alla base di continui pensieri, ruminazioni, ossessioni a livello mentale, che possono compromettere il benessere emotivo individuale e relazione di chi la prova.

Risulta dunque utile conoscerla meglio attraverso gli strumenti offerti dalla psicologia e dalla scienza yogica, e prevenire che si trasformi in un disturbo generalizzato o che sfoci in attacchi di panico.

 

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L'ANSIA IN PSICOLOIGA RAZIONALE EMOTIVA COMPORTAMENTALE

Secondo la Terapia Razionale Emotivo Comportamentale (TREC), l’ansia è un’emozione negativa disfunzionale e i pensieri legati all’ansia sono:

  • Pensieri catastrofici, ovvero un’esagerazione delle possibili conseguenze future di un evento talvolta poco probabile
  • Paura del giudizio (condanna o autocondanna)
  • Paura di non essere amati dagli altri (soprattutto per esempio, per l’ansia sociale e la DAG)

E, sempre secondo il modello TREC, il lavoro sull’ansia richiede una sua trasformazione in un’emozione negativa funzionale che sia ad essa simile. Questa è la Paura.

A differenza dell’ansia, infatti, la paura è un’emozione funzionale che ci indica che qualcosa non va bene nel nostro ambiente e che qualcosa deve essere evitato o cambiato. Quando si prova paura, si rimane connessi con il presente e si mantiene una centratura tale da potere affrontare la situazione utilizzando gli strumenti a propria disposizione.

In altre parole, la paura è il corrispettivo funzionale dell’ansia, e mentre l’ansia è una pre-occupazione (occuparsi – prima del tempo) centrata sul futuro, dunque su qualcosa che sta FUORI dal proprio controllo, la paura è invece una “occupazione” centrata sul presente e dunque funzionale ad agire su qualcosa che possiamo controllare.

Per esempio, il timore (o ansia) della solitudine è disfunzionale se impedisce di stare da solo/a in e di godersi il mio tempo in maniera proficua senza per questo cercare la presenza di qualcuno attraverso una conversazione telefonica o chat, o se proprio impedisce di trovare tranquillità nelle proprie mura domestiche senza la presenza dell’”altro”. È però da distinguersi dalla paura dell’isolamento, che indicherebbe una condizione di esclusione, di distanza dall’altro, sostenuta nel lungo periodo. L’isolamento, a differenza della solitudine, va contro il nostro essere animali sociali, che per natura tendono a cercare l’appartenenza.

Le credenze che sostengono l'ansia

Le credenze che stanno dietro l’ansia di solito fanno riferimento a:

Perfezionismo e/o ricerca di controllo su qualcosa che invece sfugge dal nostro controllo (questo include il controllo su di sé, sugli eventi presenti e futuri, sugli e sul mondo;

– Nel caso di alcuni tipi di ansia, il timore di non ricevere amore, il sentirsi non appartenenti ed esclusi: paura ancestrale connaturata con l’essere umano;

– Condanna o giudizio di sé o paura di essere giudicati negativamente, che riconduce alla precedente;

Catastrofismo, ovvero il prefigurarsi scenari terribili anche se sono in realtà molto poco probabili o quasi impossibili.

CONSEGUENZE DELL'ANSIA

Quando l’ansia viene da uno stress esagerato e protratto nel tempo, può portare a un “esaurimento nervoso”, nel senso di esaurimento vero e proprio di energie psicofisiche, che può aprire le porte a uno stato depressivo “riparatorio”.

In casi altrettanto gravi, ma meno estremi, le conseguenze più immediate sul corpo fanno riferimento a uno stato di infiammazione che si manifesta tipicamente con problemi del sonno, problemi respiratori, cardiaci, dermatiti o manifestazioni cutanee a livello della pelle, invecchiamento rapido o precoce, etc.

Le conseguenze a livello comportamentale possono essere diverse: in primis molte dipendenze ritenute efficaci per diminuire il livello di tensione e produrre una sensazione di rilassamento, per esempio attraverso il consumo di alcol, farmaci, psicofarmaci, tabacco, droghe leggere o pesanti.

Ma c’è un altro metodo attraverso cui molti anestetizzano l’ansia e questo è il cibo. Attraverso la fame emotiva e le abbuffate, in maniere cosciente o inconscia, molti cercano una piacere, calma, tranquillità talI da avere la sensazione di bloccare il tempo e dunque scappare dall’ansia. Nel disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating, ciò avviene in una maniera automatica, praticamente senza consapevolezza, ma è importante sapere che è possibile lavorare su questo disturbo e risolverlo, come ho già fatto con molti dei miei pazienti ed ex pazienti.

ANSIA E DISTURBI ALIMENTARI - ABBUFFATE

Nella mia esperienza clinica, ho potuto osservare che molti dei miei pazienti con Binge Eating si rivolgevano al cibo per trovare un conforto da stati d’ansia di cui non erano consapevoli.

Questi stati d0ansia non provenivano solo dal lavoro o da situazioni di stress passeggero, ma da un continuo stress interiore dato dalla necessità di dimostrare qualcosa a qualcuno, di sentirsi sempre “in lotta”, inadeguati, incapaci.

Quando la pressione interna diventava insostenibile, quando la bolla del controllo esplodeva, il cibo diventava l’unico appiglio per un vero conforto. Finchè non arrivassero i sensi di colpa o disgusto per avere esagerato.

Per questo, se anche tu soffri di Binge Eating, ti invito a scaricare la guida gratuita cliccando QUI e a chiedere un aiuto professionale.

COME GESTIRE L'ANSIA

Molto spesso pazienti e persone mi chiedono “come posso imparare a controllare l’ansia?” questa frase già porta con sé un bias. L’ansia non si può e non si deve controllare. Più si cerca di controllarla e più sfuggirà al controllo creando più ansia. L’ansia deve essere gestita e trasformata in occasione per conoscere se stessi ed evolvere. Ecco una prospettiva yogico – energetica!

ANSIA E YOGA, PROSPETTIVA ENERGETICA

Nell’articolo dedicato a Chakra ed Emozioni ho menzionato che il primo Chakra è connesso all’emozione dell’ansia e della paura.

Il primo Chakra (Muladhara), o Chakra della radice, rappresenta la sopravvivenza, la madre Terra, i bisogni di base (incluse le sicurezze provenienti dai soldi) atti a dare stabilità. Si rappresenta come una ruota energetica con 4 petali di colore rosso scuro.

Quando il primo Chakra è sbilanciato, si manifestano satti di insicurezza, pensieri ossessivi, negativi o catastrofici verso il futuro, mancanza di autostima, problematiche a livello del plesso coccigeo o genitale.

L’ansia è uno scollamento dalle radici, quindi andare in ansia significa essere sradicati, disconnettersi da MadreTerra, volare con la mente senza appunto avere i piedi per terra.  Per questo, nel portale di esercizi che a breve aprirò, vi proporrò un corso che includa approfondimenti ed esercizi pratici al riguardo.

Per il momento, puoi vedere una pratica di yoga di 10 minuti a questo link Youtube.

 

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Per stati d’ansia intensi o protratti nel tempo, consiglio in ogni caso di consultare un professionista che ti offra un aiuto psicologico come quello che io offro ai miei pazienti.

Se vuoi sapere di più, puoi scrivermi qui sotto o scaricare le risorse gratuite da questa pagina.

✨ Ti anticipo infice breve sarà disponibile il corso che unisce yoga, neurologia e psicologia. Per essere tra i primi a scoprire di più, clicca qui

Ricorda che sei una persona unica e che meriti di risplendere!

Dott.ssa Martina Amigoni

Psicologa Clinica, Consulente Sessuale

Esperta di Comportamento Alimentare e Psicologia Femminile

Istruttrice Mindful Eating e Yoga

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
 Ricevo in studio, ma anche e soprattutto online. Per informazioni, compila il form qui sotto!
 

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